sabato 31 ottobre 2015

L'AUTOBUS CHE VORREI ASSEMBLEA 30 OTTOBRE 2015



Vogliamo esserci. Slai Cobas c’è. Vogliamo prenderci la responsabilità del nostro lavoro in tutti gli ambiti: siamo persone, siamo uomini e donne, siamo lavoratori e lavoratrici, con la consapevolezza ogni  giorno che il mezzo pubblico è l’alternativa, ma non è “solo l’alternativa”. Il mezzo pubblico è un “bene di merito” che non deve avere valore solo in periodi di crisi. Il mezzo pubblico si deve usare; deve diventare una cultura e deve elevarci allo stato dei paesi più industrializzati. Di quei paesi civili dove l’utenza ha concezione della cosa pubblica; dove chi lavora bene, onestamente ha il suo riscontro . Ha il merito. Declassare il trasporto pubblico locale utilizzandolo quando il reddito cala, non è una vittoria. E’ una sconfitta delle amministrazioni che non sanno pianificare a lungo termine una logistica del trasporto persone come risorsa ed opportunità e non come mera alternativa. E’ una sconfitta delle aziende che, invece pianificano alla luce di piani industriali inesistenti, una gestione basata sul dare/avere, che nelle situazioni più ovvie si traduce in perdita di personale, in mancanza penosa della qualità e nei casi più gravi in totale assenza di sicurezza.


Trasportare persone implica una responsabilità SPAVENTOSA, che noi ci prendiamo tutti i giorni. Noi portiamo uomini e donne a lavoro. Famiglie nei luoghi di svago. Ragazzi ad appuntamenti che gli strappano il cuore. Bambini a scuola, alle loro attività. E sono persone come noi. Non abbiamo forse noi il diritto di tornare alle nostre case, ai nostri cari, alle nostre vite, integri? E le persone che trasportiamo ogni giorno, non ne hanno forse diritto quanto noi? Noi vogliamo SICUREZZA. La chiederemo a gran voce in tutti gli ambiti consentiti, in tutte le forme di lotta che abbiamo a disposizione.

La sicurezza parte da capitale umano formato ed informato. Dalla capacità di organi e amministrazioni competenti di salvaguardare i conducenti, così come prescritto dalla legislazione, in forma PREVENTIVA. Guidare l’autobus, con tutti i rischi che comporta in termini di attenzione agli utenti interni ed esterni la vettura,di  rispetto del codice della strada, di controllo delle proprie emozioni è già un fattore di rischio. Per chi guida e, soprattutto per chi viene trasportato. Onerare i lavoratori e di riflesso l’utenza, di carichi lavorativi che possono avere serie ripercussioni sulle PERSONE di cui sono RESPONSABILI è un atto di grande superficialità. Ribadiamo la ferma intenzione di stare dalla parte dei lavoratori e di essere prima di tutto lavoratori, rappresentanti di una categoria che, se opportunamente valorizzata darebbe solo lustro all’immagine aziendale all’esterno. Chi può lavorare in serenità non ha bisogno di precisare la propria autorità, ma si investe di un’autorevolezza derivante dal supporto tecnico e umano che tutta l’azienda può e deve offrire in forma concertativa e collaborativa. Le vetture devono essere idonee al trasporto di persone e non devono compromettere in alcun ambito la vita del lavoratore e dell’utenza. Riteniamo che il problema ormai ANNOSO del controllo visivo sia un fattore di estremo rischio per la tutela e la garanzia della popolazione che utilizza gli autobus. I lavoratori hanno espresso un NO secco deciso indiscusso sul tema alla luce assolutamente chiara e consapevole di quello che è già il lavoro del conducente. Vendiamo i biglietti e offriamo agli utenti un servizio di emergenza (e non certo sostitutivo delle rivendite!)utile e disciplinato, ma non metteteci nella condizione di rischiare la nostra incolumità e quella dei passeggeri che trasportiamo chiedendoci un controllo a cui non siamo abilitati comunque per normativa. Non chiedete ai nostri lavoratori e alle nostre lavoratrici di rischiare di non tornare a casa dai propri figli o di tornarci con delle invalidità che possano compromettere la vita di famiglie intere quando la mansione potrebbe renderci inidonei. Non chiedeteci di inimicarci gli utenti quando non rispetteremo i già risicati tempi di percorrenza e si perderanno treni o coincidenze per raggiungere i posti di lavoro; non chiedeteci  un rischio che non siamo OBBLIGATI a prenderci, solo per un introito che non salva nessuno e soprattutto non chiedeteci la DIGNITA’ perché noi non ve la daremo.























































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