venerdì 24 ottobre 2014

PROPOSTA CONTRATTO NAZIONALE

La proposta di contratto nazionale BUS Italia.
Si tratta di una proposta molto pericolosa che è all'atto della concertazione e che potrebbe presto divenire realtà.appare evidente gia da una prima lettura il peggiormanto delle prospettive di lavoro persino rispetto alle proposte gia circolate di CCNNLL; questo è particolarmente preoccupante considerando che BUS Italia si propone come nuovo soggetto egemone del settore in vista delle prossime gare sia TPL sia del Trasporto Ferroviario Regionale, con l'obbiettivo chiaro di stabilire un unico contratto di lavoro al ribasso per l'intero settore.


RINNOVO CCNL
ECCO COSA PROPONGONO LE ASSOCIAZIONI DATORIALI

Non è legittimo che l’azienda effettui un recesso unilaterale dagli accordi precedentemente assunti. Se è vero che il recesso è causa estintiva ordinaria di qualsiasi rapporto di durata a tempo indeterminato è altrettanto vero che esso deve essere esercitato nel rispetto dei criteri di buona fede e correttezza nell’esecuzione del contratto e senza che vengano lesi i diritti intangibili dei lavoratori derivanti dalla pregressa disciplina a loro più favorevole, diritti che sono entrati a far parte del loro patrimonio.
La condotta della azienda che con ordine di servizio azzera tutti gli accordi precedentemente assunti oltre a porsi in contrasto con tutte le norma codicistiche ( codice civile ) si pone in contrasto con l’art. 36 della Costituzione.
Nel caso prospettato esiste una normativa contrattuale di I° livello ( contratto collettivo azionale) e una di II° livello ( accordi aziendali alcuni risalenti a circa trenta anni fa ) che ha previsto tutta una serie di elementi accessori alla retribuzione che nel corso del tempo sono divenuti parte integrante della retribuzione stessa e quindi l’azzeramento tramite l’ordine di servizio degli accordi aziendali (normativa di II° livello) attuato dalla azienda con ordine di servizio comporta il totale azzeramento di queste componenti della retribuzione che viene così ad essere illegittimamente diminuita in violazione degli artt. 2094,2099 e 2103 c.c.. Nessun dubbio che detti elementi fossero di natura retributiva e non risarcitoria e quindi entrati a far parte della busta paga in maniera definitiva. Infatti si tratta di elementi accessori che vengono corrisposti non in base a circostanze eccezionali ma con riferimento alla prestazione lavorativa contrattualmente stabilita.
A questo punto l’ammontare della retribuzione, anche in relazione anche ai rischi che le mansioni di guidatore di pullman comportano, non è più equa. (Lo sapevate che la nostra categoria è quella più a rischio seguita a ruota dai pompieri e dai chirurghi?)
Quando una retribuzione non è più equa si può ricorrere al giudice affinché provveda in merito e ripristini quello che l’azienda ha arbitrariamente “sottratto”.
Vi è poi il problema dei diritti quesiti cioè delle prestazioni già effettuate.
L’aver azzerato gli accordi aziendali comporta gravi ripercussioni sulla contribuzione e sul calcolo del TFR.
Quindi che fare?
In base alla recentissima riforma, di cui si attende la conversione in legge è possibile procedere ad una negoziazione assistita. I lavoratori assistiti da un avvocato ( soggetto qualificato) possono dare l’avvio al procedimento stragiudiziale previsto dal decreto legge. Se l’accordo viene raggiunto bene diversamente c’è sempre il giudice.

RINNOVO CCNL
ECCO COSA PROPONGONO LE ASSOCIAZIONI DATORIALI
Il contratto nazionale autoferrotranvieri è scaduto, come tutti sanno, da  anni e la trattativa procede lentamente, tra mille difficoltà dovute all’atteggiamento della Associazioni Datoriali che continuano ad addossare la colpa di questo ritardo alle difficili condizioni finanziarie in cui versa il settore del trasporto pubblico locale, ma anche alla staticità della politica e dei professori di turno.
Chiaramente l’inefficienza e l’inefficacia politico tecnica delle istituzioni e dell’imprenditoria del settore, 
devono ricadere sulle spalle dei POVERI lavoratori, depredandoli dei loro ultimi diritti conquistati nel tempo, facendoli lavorare maggiormente e pagandoli, in proporzione, di meno.
Ma analizziamo in dettaglio le proposte.
• ORARIO DI LAVORO
L’orario settimanale sarebbe incrementato a 40 ore (attuali 39), oltre all’estensione a 6 mesi del periodo di riferimento plurisettimanale per il computo della durata media dell’orario di lavoro, che comporterebbe una completa riorganizzazione dei turni, con incremento della prestazione lavorativa media.
La durata massima dell’orario di lavoro settimanale è stabilita in 60 ore, il che si traduce in giornate lavorative di 10 ore; i lavoratori dovranno prestare servizio effettivo, come stabilito dal contratto di lavoro in essere, con percentuale minima del 90%, Di conseguenza saranno ulteriormente ridotti i tempi accessori necessari a raggiungere le località di cambio e/o inizio servizio a discapito del nostro tempo privato (quindi NON RETRIBUITO) e le stesse località di cambio saranno, a discrezione delle aziende, posizionate in qualunque zona all’interno del bacino servito.Viene introdotto lo straordinario obbligatorio (200 ORE) per tutti i lavoratori oltre a una quota di lavoro straordinario consensuale (altre 200 ore), provvedimenti che aggraveranno ulteriormente la carenza di posti di lavoro su scala nazionale.
 FERIE
Si ipotizza la riduzione a 24 giornate di ferie rispetto alle 25 (26 dal 20° anno di azienda) spettanti a ciascun agente, provvedimento particolarmente gravoso per chi ha un numero di riposi annui limitato.
• MALATTIA E INFORTUNIO
Vengono riviste al ribasso le retribuzioni spettanti ad ogni lavoratore nei giorni di malattia e infortunio non legato all’attività lavorativa specifica, indipendentemente dalla durata dell’evento.
• CONTRATTI DI LAVORO
Nonostante le ripetute critiche verso i contratti di lavoro atipici e a tempo determinato che non danno garanzie occupazionali di lunga durata e non consentono progetti di vita, vengono allargate le possibilità di ricorrere a tali contratti che comportano un ulteriore risparmio alle aziende che ne beneficiano, a discapito della stabilità lavorativa dei dipendenti.
Vengono inoltre allargate le fasce di utilizzo del lavoro part-time.
• INDENNITA’ DI TRASFERTA E DIARIA RIDOTTA
Il concetto di “residenza lavorativa” viene allargato a tutta la sede territoriale del servizio, non fa più riferimento l’ubicazione della sede aziendale ma tutto il territorio servito.
Ad esempio, ci si troverà ad iniziare il servizio a 10km dalla sede aziendale e a terminare la giornata lavorativa a 15km di distanza, dovendo impiegare del tempo non retribuito per raggiungere il luogo di inizio e rientrare presso la sede aziendale a fine servizio, senza alcun riconoscimento del disagioViene abolito il “concorso pasti” con conseguente ricaduta economica sul lavoratore che dovrà sostenere per intero il costo del pasto quotidiano.
• AUMENTI PERIODICI DI ANZIANITA’
Vengono aboliti i cosiddetti “scatti di anzianità”, che garantivano un lieve incremento retributivo nel corso degli anni, a scadenze periodiche, congelandoli allo stato maturato per gli agenti già in servizio, abolendoli per chi verrà, compromettendo ulteriormente la condizione economica del lavoratore.
• PERMESSI EX LEGGE 104/1992 TUTELA PORTATORI DI HANDICAP
Fino ad oggi, chi si trovava a dover assistere a tempo pieno un famigliare gravemente malato poteva far riferimento alla legge 104/1992 che permetteva il distacco dall’attività lavorativa in diverse modalità. Anche questo importantissimo diritto viene messo in discussione introducendo dei provvedimenti molto restrittivi alla concessione dei permessi, compromettendone l’aspetto altamente sociale.
• RISARCIMENTO DANNI
Sono ripensate le modalità di risarcimento danni a carico del lavoratore che si vedrà costretto a ripagare il danno causato nella misura totale fino a € 5.000, per il 50% dell’importo superiore ai € 5.000.La trattenuta avverrà direttamente sulla busta paga e si renderà necessaria, in via precauzionale, l’adesione ad una polizza assicurativa a carico del lavoratore per scongiurare la possibilità di rimborsi fuori scala.
• PATENTE DI GUIDA – CQC
Provvedimenti riorganizzativi riguarderanno anche la gestione delle patenti di guida e delle CQC.
Chi incapperà nel ritiro o nella sospensione della patente si vedrà decurtare la retribuzione mensile nella sua totalità qualora non fosse ricollocato a svolgere altre mansioni e potrebbe perdere i requisiti qualora il ritiro/sospensione si protraesse per un periodo di tempo superiore ai limiti imposti contrattualmente.Le spese di rinnovo patente e rinnovo della CQC saranno totalmente a carico del dipendente, qualsiasi siano gli accordi di secondo livello vigenti.
IN POCHE PAROLE, PRENDI L’AUTISTA, SPREMILO COME UN LIMONE
E QUANDO NON C’È PIÙ SUCCO, GETTALO IN PATTUMIERA.
Son queste le condizioni che assolvono agli artt. 2 e 3 della Repubblica Italiana?
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
NO, questo è calpestare la madre di tutte le leggi. Ma non si vergognano!
L’autorevole rivista scientifica Journal of Occupational Health Psychology ha pubblicato uno studio condotto da ricercatori inglesi che mette a confronto un centinaio di mestieri. Gli studiosi inglesi hanno stabilito che i più stressati sono gli autisti di autobus. 

Se questi sono i provvedimenti per annullare o, perlomeno, diminuire i fattori rischio, siamo a cavallo!





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