Dopo la trasformazione in S.p.A. delle aziende TPL e
dopo l'ingresso del socio privato, ha progressivamente impoverito il potere
decisionale sulle linee giuda e di controllo della gestione del trasporto
pubblico locale che dovrebbero essere proprie degli Enti Locali.
Aziende avvolte nel "guscio" del diritto
privato e regolate dal diritto societario rendono impossibile il governo e il
controllo del pubblico delle gestioni privatizzate. Un'impossibilità che
dipende non tanto dalla cattiva volontà di singoli individui o da limiti
organizzativi contingenti, ma da fenomeni strutturali, come le "asimmetrie
informative": le conoscenze rilevanti si trovano tutte in mano al gestore
(il gestore "sa" perché "fa") ed è il gestore privatizzato
che trasmette le informazioni sensibili al controllore, il quale non può che
dipendere, nella sua attività di regolazione e controllo, da questi dati. Il
gestore ha strutturalmente maggiori informazioni rispetto al regolatore e cerca
di trarre il massimo vantaggio da questa asimmetria conoscitiva, a discapito
del pubblico interesse. "Fare" significa "sapere" e sapere
significa "potere": nessun ente regolatore potrà mai recuperare quel
cumulo di conoscenze legate alla gestione diretta che migra inevitabilmente
dalla sfera del pubblico alla sfera del privato nel momento stesso in cui viene
privatizzato un servizio essenziale. Il pubblico perde le conoscenze necessarie
per esercitare il proprio controllo nel momento in cui è all'impresa che passa
tanto il "fare" che il "saper fare" (know how), che gli è
inscindibilmente connesso. Un soggetto regolatore esterno, per esempio, non può
essere in grado di avere perfetta conoscenza dei processi produttivi e delle
tecnologie impiegate, dati necessari per stabilire con precisione i costi di produzione
del gestore privato. Ecco perché al fenomeno delle asimmetrie informative segue
automaticamente la "cattura del regolatore": se l'autonomia
conoscitiva del regolatore è limitata, anche la capacità di giudizio e
intervento viene impedita, così l'ente che dovrebbe regolare e controllare
tende piuttosto ad adeguare le sue analisi alle interpretazioni offerte dai
gestori, perdendo ogni neutralità e schiacciando il proprio punto di vista su
quello dei soggetti controllati. La creazione del CTT, poi, ha portato a un
ulteriore passaggio verso la quasi definitiva spogliazione di tutti i poteri
degli Enti Locali, anche quello di controllo. Le decisioni che vengono prese
sono indirizzate a mandare avanti un'aggregazione tra le aziende che fanno
parte del CTT.che sta ripercuotendosi negativamente sul servizio pubblico.
Ovunque ci siano state aggregazioni di ex aziende pubbliche gestrici di servizi
pubblici diventate S.p.A. con altri soggetti pubblici e\ privati si è assistito
ingenerale ad un peggioramento del servizio, ad aumenti di tariffe e alla
diminuzione e precarizzazione dei lavoratori e di una diminuzione del loro
stipendio. La gestione privatizzata costa di più ed è, nella maggior parte dei
casi, tutt' altro che efficiente. Non c'è una differenza significativa fra l'andamento
dell'efficienza degli operatori pubblici e quello dei privati. A parità d'efficienza
gestionale, però, l'ottimo privato costerà necessariamente alla collettività
molto più dell'ottimo pubblico, data l'intrinseca necessità del privato di
produrre profitti e remunerare i capitali investiti: l'obiettivo di una
gestione privatistica del servizio è, innanzi tutto, la creazione di valore per
gli azionisti e non la garanzia del diritto alla mobilità. Ormai è dal 2009 che
il servizio di TPL viene tagliato in base alle indicazioni che da il Governo e
le regioni , tagli tagli sono portati avanti senza una reale seria
programmazione del TPL. questi tagli non ha certo l'esigenza primaria di dare
un servizio buono ai cittadini (i fatti parlano chiaro) ma di fare profitto,
come tutte le SpA.
Infatti tutti i tagli sono stati fatti per diminuire i
turni guida. In altre parole per tagliare nel modo più facile i costi: tagliare
gli autisti. Niente è stato fatto per diminuire gli sprechi della gestione
dell'Azienda o del servizio. A farne le spese, oltre ovviamente gli utenti,
saranno e sono i lavoratori che l'Azienda considera in esubero.
Allontanando ancora di più le scelte gestionali dai
Consigli Comunali con l'affidamento della gestione del TPL a un soggetto come
il CTT, si sta giungendo alla definitiva
privatizzazione degli utili e alla socializzazione dei costi.
Si ricorda che in questo settore gli investimenti vengono
fatti esclusivamente con finanziamenti pubblici (vedi acquisto di autobus) e il
servizio non potrebbe essere svolto senza i contributi pubblici che sono la
grande maggioranza degl'introiti delle aziende.
La politica che viene portata avanti in Toscana sul
TPL è quella di fare una gara unica a livello regionale. Se un minore
spezzettamento della gestione del servizio potrebbe aiutare a diminuire gli
sprechi (esempio sovrapposizioni di linee), l'effettuazione della gara non
porterebbe altro che alla creazione di un monopolio su un servizio pubblico
gestito da un privato. E visto che non sono mai possibili gare che permettano
di valutare con attendibilità quale sia la migliore offerta economica, perché i
termini fondamentali del contratto dovranno essere necessariamente rivisti nel
tempo (ha ben poca importanza l'offerta avanzata in origine), sarà poi il
gestore che avrà ottenuto l'affidamento ad essere, nel corso delle successive rinegoziazioni,
in posizione dominante (detenendo sapere e potere), anche se trovasse di fronte
a sé il miglior regolatore al mondo. L'esperienza passata insegna.
Se la gestione pubblica è una condizione necessaria,
perché consente di escludere i profitti di pochi da un bene di tutti, non è
però una condizione di per sé sufficiente. Il nuovo pubblico deve essere
trasparente e partecipato democraticamente dai cittadini, non espropriato da
oligarchie politiche. Clientelismi e lottizzazioni sono state il primo stadio
della "privatizzazione" e del sequestro dei beni di tutti per
tutelare gli interessi di pochi.
Per il futuro, la gestione dei beni comuni dovrà
essere "comune", trasporto pubblico compreso, come c'insegnano i movimenti
per l'acqua e rispettando il volere dei cittadini espresso con gli ultimi
Referendum
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